Daniele Martinelli nel suo Blog ha pubblicato questo articolo che mette in evidenza il trend crescente delle scomparse di minori denunciate in Italia dal 2005 ad oggi.

Ho apprezzato la sua denuncia di spettacolarizzazione di qualunque tragedia per esigenze di sponsor, soprattutto perchè viene da uno come lui che di mestiere fa proprio il giornalista e quindi parte di quella categoria che spesso contribuisce a questo. Del suo articolo mi è piaciuto soprattutto questo passaggio a cui probabilmente non ha dato il risalto che merita in quanto secondario rispetto all’obiettivo del suo post, ma che invece voglio riprendere io: “….alzando il volume della tv che ci sta propinando i maniacali dettagli di qualche tragedia che sarebbe meglio non raccontare per non indurre in emulazione.”

La spettacolarizzazione causata da esigenze di bilancio e di audience può essere tollerata quando si raccontano avvenimenti di cronaca leggera, di gossip, di politica, di sport e quant’altro. Quando oggetto del racconto sono invece fatti di cronaca nera le esigenze di sponsor dovrebbero essere in qualche modo messe da parte a tutela della sicurezza pubblica contro tentativi di emulazione, spesso compiuti da menti già instabili che trovano nell’emulazione di un gesto che ha ‘meritato’ le prime pagine dei giornali una via breve e ‘collaudata’ per balzare anche loro ai macabri onori della cronaca.

Credo che tutti noi abbiamo il sacrosanto diritto ad essere informati su tutto ciò che ci accade intorno, ma faccio fatica a capire l’utilità di spiegare per filo e per segno come determinati gesti criminali sono stati pianificati prima ed eseguiti poi, entrando nei minimi particolari e con tutta la documentazione a corredo.

Nella società dell’apparenza e della visibilità a tutti i costi, entrare nei minimi particolari delle notizie di cronaca nera può costituire il manuale dettagliato per scellerati gesti emulativi che mettono in serio pericolo il diritto alla sicurezza di ogni cittadino. Mi riferisco, solo per fare rapidi esempi di cui tutti conserviamo memoria, a casi come unabomber in cui non si sono risparmiati dettagli sul confezionamento degli ordigni utilizzati, oppure agli episodi in cui si spiegava come fosse possibile introdurre sostanze nocive nelle cassette di acqua in un supermercato dopo gli episodi di avvelenamento che hanno visto vittime alcuni ignari consumatori, o ancora come venivano pianificate nel dettaglio le incursioni dei criminali decerebrati che lanciavano sassi dal cavalcavia. Senza entrare nel merito dei veri e propri manuali per l’adescamento di minori allo scopo di compiere pratiche sessuali pedofile forniti senza alcun ritegno su reti televisive nazionali. Se riflettiamo bene, e tralasciando solo alcuni casi di psicosi collettiva, spesso alle notizie di questo tipo date con dovizia di particolari, seguono casi analoghi frutto di palese emulazione.

Non voglio certo dire che le colpe del reiterarsi di questo tipo di tragici avvenimenti sono solo della tv di disservizio o di giornalisti privi di scrupoli che forniscono particolari su cui sarebbe eticamente e moralmente meglio tacere. Sarebbe stupido e semplicistico. Tuttavia, è indubbio che fornire particolari gratuiti che nulla in più aggiungono ad una corretta, completa e soprattutto leale informazione contribuisce a scatenare istinti emulativi che potrebbero essere tranquillamente evitati, salvaguardando la salute e, in alcuni casi, la vita alle ignare vittime dell’emulazione stessa.